GRAZIANO RUSSO

Lathe Biosas è l’immediata relazione tra l’adulto e il gioco. Un parco giochi in uno spazio minimo. La persona e la sua solitudine. Una solitudine non negativa, forse nostalgica. C’è una psicologia diversa in ognuna di esse, persone adulte eleganti, uomini in carriera, donne emancipate, soddisfatte della modernità ma con più turbamenti, e tutti bisognosi di tempo da dedicare a se stessi, e l’intimistica piacevole sensazione di non essere visti, di non apparire, di meditare sul proprio percorso.

Lathe Biosas è tornare bambini e provare la serenità attraverso il gioco, il piacere di avere regole semplici, e magari poterle infrangere con innocenza. È vivere quel gioco da un punto di vista nuovo: semplicemente da adulti, anche senza giocare. Infatti gli adulti qui non giocano, ma sono tutti in attesa, in pensiero, in preghiera. Sono le condizioni che appartengono di più all’età adulta. Condizioni a cui ci abituiamo crescendo e invecchiando, che diventano nostri compagni quotidiani, un rapporto confidenziale strettissimo con la nostra pazienza, e sempre con una disperata voglia di libertà. Anche una “meritata” vacanza, programmarla diventa spesso un altro impegno in cui non si può fallire. La paura di non essere felici è la più insidiosa, perchè l’uomo è convinto di dover raggiungere determinati obiettivi sociali e culturali. E oggi il “dover condividere” questi obiettivi, far vedere cosa, come e dove stiamo cercando la nostra brevissima felicità, non fa che aumentare questa moderna ansia da prestazione.